ROAD TO NOVEMBER: Baby Boomer vs Millennials

Norberto Cristofori
WASHINGTON, DC – 24 SETTEMBRE 2018: Una donna indossa un giubbotto con la scritta ‘November Is Coming’ mentre dei protestanti si radunano per contestare Brett Kavanaugh, giudice nominato alla Corte Suprema accusato di abusi sessuali, davanti ad un palazzo degli uffici del Senato americano. Fonte: Drew Angerer/Getty Images.

Nel 2016, per la prima volta negli Stati Uniti, i membri della generazione “millennials” sono stati quasi esattamente uguali ai baby boomer come percentuale di adulti che hanno diritto di voto. Secondo i dati del progetto “Nonpartisan States of Change,” i millennial (che possiamo definire come nati tra il 1981 e il 2000) hanno rappresentato il 30,5 percento degli elettori idonei, praticamente corrispondenti al 30,7 percento dei baby boomer già nel 2018.

Oggi, i boomers si sono ridotti a circa il 28 percento degli elettori, mentre i millennial hanno superato oltre il 34 percento.

Poiché gli elettori più anziani hanno sempre votato in modo più affidabile di quelli più giovani, i millennial quasi certamente non saranno né più legati ad un partito né tantomeno ad una ideologia.

La transizione di questi anni sta ponendo fine a una corsa dominante per i baby boomer, l’enorme base elettorale nata tra il 1946 e il 1964, iniziata nel 1980 eguagliando gli elettori della generazione che ha combattuto la seconda guerra mondiale e li ha superati, come il più grande blocco di elettori effettivi, nel 1984. 

E da quell’anno è risultata essere la più grande generazione in ogni corsa presidenziale da allora.

Ma ora i boomers stanno cedendo il passo ai millennial (e ai primi post millennial, quelli cioè nati negli anni duemila). 

Questa inesorabile transizione generazionale potrebbe sollevare il Partito Democratico e sfidare i Repubblicani, se le attuali lealtà e proiezioni al voto rimarranno valide. 

Tornado indietro nella storia delle elezioni americane, i baby boomer sono emersi, per la prima volta, come una forza culturalmente liberale. Formata generalmente da una popolazione bianca (80%) e che invecchiando ha preferito votare per i repubblicani (i repubblicani hanno conquistato i voti di circa tre quinti dei bianchi dai 45 ai 64 anni nel 2010, 2012 e le elezioni del 2016).

La più grande sfida per i partiti politici è il riuscire a catturare l’attenzione e il voto delle nuove generazioni.

Quindi non risulta più un essere un’opera di coinvolgimento sull’ideologia, ma sulla prestazione e sulla proposta di soluzioni per il futuro. 

Un esempio sono le difficoltà economiche delle generazioni più giovani emerse già durante i due mandati di Obama, e peggiorate con i quattro anni di Trump.

Rispetto alle generazioni precedenti alla stessa età, i millennial hanno maggiori probabilità di essere poveri e meno probabilità di sposarsi. Le famiglie odierne, guidate da persone di età compresa tra i 25 ei 32 anni, hanno accumulato solo la metà delle risorse finanziarie di quante ne avevano le loro controparti nel 1984, anche se oggi molti di loro hanno una laurea e generalmente sono più istruiti.

Certamente il crollo finanziario del 2007, e tutta la crisi economica che ne è derivata non ha aiutato le persone, e soprattutto i giovani, ad inserirsi nel mondo del lavoro.

OK, Boomer': How millennials have been left behind in the recovery ...
I Millennials sono stati la fascia generazionale a recuperare più in fretta dalla recessione finanziaria del 2007. Fonte: Equitable Growth

Questa disparità indica sempre più un maggior contrasto generazionale. Mentre i baby boomer hanno beneficiato nella loro giovinezza dell’aumento della spesa pubblica, i millennial hanno subito un forte taglio sugli investimenti nel loro futuro.

In uno studio sulla rivista Atlantic risulta che il contrasto con i baby boomer è rivelatore se si osservano le spese.

Un esempio è il costo delle lezioni per le università pubbliche che dal 1964 al 1976 sono aumentate di circa $ 450, quando molti giovani, provenienti dalle ondate di boomers, hanno invaso i college americani. Al contrario, le lezioni universitarie dal 2001 al 2012 sono aumentate di oltre $ 3.200 mentre i millennial si riversavano nei campus.

Per questo il vero banco di prova, della crescente importanza delle generazioni nate dopo gli anni ‘80, sarà un drastico cambiamento del sistema politico e forse, dei suoi rappresentati.


Questo articolo fa parte della rubrica Road to November 2020: Viaggio nella Politica Americana.

Le dichiarazioni e le opinioni espresse nell’articolo sulle pagine di questo Sito sono quelle dell’autore e non (necessariamente) quelle del Team Editoriale, dello Staff o di The New Global Order.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

ROAD TO NOVEMBER: Baby Bo…

by Norberto Cristofori time to read: 3 min
0