[Analisi] La Politica D’Intrattenimento: L’Alba del Politico Celebrità

Norberto Cristofori
Fonte: MEDIUM

Nel 2006, in Ohio, Stati Uniti, alcuni dirigenti del Partito Democratico fecero pressioni all’attore Martin Sheen, protagonista del film cult Apocalypse Now, perché si candidasse come senatore. L’attore e attivista americano rifiutò l’incarico, aggiungendo che non era qualificato e che i dirigenti del Partito Democratico stavano confondendo la parola celebrità con quella di credibilità.

In un mondo dove i confini tra celebrità e politica sono sempre più confusi, occorre fare chiarezza su cosa significa veramente “Celebrità Politica”.

Per prima cosa bisogna spiegare a chi ci riferiamo quando parliamo di Celebrity. Questa parola si riferisce a quelle persone che, attraverso i mass media, riescono ad avere una maggiore presenza e una più ampia portata per i loro messaggi o le loro attività rispetto al resto della popolazione.

Possiamo perciò considerarle una élite di persone, che grazie alle loro capacità o talenti, riescono ad emergere; e utilizzando in modo sapiente la comunicazione e i vari media riescono a mantenere questo loro status.

Questo fenomeno è ben catturato dal concetto di democrazia del pubblico che nel corso degli ultimi venti anni circa, lontano dalla democrazia dei partiti tradizionali si è continuato ad evolvere e sviluppare. Il partito politico era al tempo l’attore dominante nel campo della politica, il programma del partito era il principio guida e la competenza la virtù per cui i politici cercavano di coinvolgere e legittimare la loro politica. Invece, ora abbiamo la democrazia del pubblico, in cui le personalità e i singoli sono favoriti sul partito, le prestazioni e le campagne elettorali sul programma e l’autenticità e lo stile rispetto alla competenza.

È vero, come alcuni studiosi sostengono, che c’è stata una certa superficialità sulla scena politica che risale a più di vent’anni. Lo studioso Murray Edelman nel 1964 affermò che la dimensione strumentale della politica veniva gradualmente sostituita da una dimensione drammaturgica e dello spettacolo, mentre gli attori politici utilizzavano non più la competenza come “arma” per convincere i cittadini, ma simboli e rituali per il consumo pubblico attraverso i media.

Non c’è dubbio che questo processo sia stato facilitato dal ruolo sempre più importante svolto dai media nel dibattito politico. Per decenni, gli studiosi hanno sostenuto che i media (prima la televisione e, oggi, Internet) costituiscono la nuova “sfera pubblica”, il luogo in cui le questioni relative alla società in generale vengono discusse ed elaborate. Le notizie politiche nei mezzi di informazione sono sempre più “personalizzate“, presentando le questioni come opinioni personali di un singolo politico, tralasciando in un angolo l’impianto ideologico del partito. Allo stesso modo, l’accettazione o il rifiuto di un argomento, tema, idea, proposta politica viene sempre più attribuito alla persona, come singolo, che fa l’argomento piuttosto che al punto di vista ideologico su cui si basa l’argomento.

Il Politico Celebrità

Come abbiamo visto in precedenza, lo spostamento verso la personalizzazione della politica è aumentato nel corso degli ultimi anni. Oltre a preferire il singolo politico, quindi in una visione sempre più capitalista che premia l’individualità a scapito della comunità, questo fenomeno è accompagnato da un crescente controllo sulla vita privata e sugli affari dei politici, piuttosto che sui loro successi e fallimenti istituzionali. 

Il Politico Celebrità può essere diviso nei seguenti modi:

1. un politico eletto (o un candidato nominato) che arriva da un campo differente dalla politica, quindi che fa parte del mondo dello spettacolo, del cinema o dello sport. Esempi di questo includono Schwarzenegger, Ronald Reagan, ecc.

2. un politico o un candidato eletto che usa i modi e gli strumenti della celebrità per migliorare la sua immagine e comunicare il suo messaggio. 

Questa forma include diversi sottoinsiemi:

  1. l’uso della fotografia per farsi vedere in compagnia di stelle dell’intrattenimento, dello sport, ecc;
  2. lo sfruttamento di piattaforme o formati non tradizionali per promuovere le loro politiche (un esempio fu Renzi ospite della trasmissione di Amici);
  3. l’adozione delle tecniche e delle competenze di coloro che commercializzano le celebrità.

Anche se questi fenomeni sono soprattutto diffusi nei paesi anglo-sassoni, negli ultimi anni hanno cominciato a diffondersi anche in Paesi in via di sviluppo.

Raggiungere lo status di celebrità in altri settori sembra essere quindi un percorso praticabile per aspiranti politici. Ad esempio George Weah, ex calciatore di fama mondiale, dopo varie elezioni, è riuscito a diventare Presidente della Liberia, suo paese di origine. 

Perché?

Lo status di celebrità garantisce visibilità e soprattutto familiarità.  Conoscere un candidato attraverso la sua presenza nei media può favorire un senso di conoscenza del candidato. Ciò può portare alla creazione di empatia che, se positiva, può promuovere un senso di intimità e fiducia.

Inoltre, le celebrità sono spesso considerate attraenti e gli attori, ad esempio, sono allenati su come trasmettere e comunicare al meglio un messaggio attraverso segnali verbali e non verbali di fronte a una telecamera. Non sorprende quindi che possano fornire prestazioni più convincenti.

Una ricerca fatta sull’ex presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, spiega, ad esempio, che il suo successo nei dibattiti politici in televisione era favorito dall’attrattiva fisica e dalla espressività.

Dibattito presidenziale tra R. Regan e J. Carter del 1980. Fonte: The Economist

Se per il primo gruppo di PC abbiamo colto che è il loro background a favorire la loro ascesa nel mondo della politica, per i politici di professione che diventano celebrità sembra poco chiaro del perché sono aumentati nel corso degli ultimi anni.

Scandali politici e dettagli sulla vita privata dei candidati sono coperti non solo dalle notizie mainstream, ma anche da riviste e spettacoli di gossip. Studi, come quelli di Bless & Schwarz negli anni ’90, hanno dimostrato come l’esposizione agli scandali possa portare ad effetti negativi sia ad effetti positivi.

Le persone che venivano intervistate, quando si ricordavano di politici coinvolti nello scandalo, tendevano a criticare l’intera categoria sociale generale dei politici, ma allo stesso tempo segnalavano un aumento dei livelli di fiducia nei singoli politici, non associati agli scandali.

Certamente queste figure politiche hanno suscitato e suscitano ancor oggi grande curiosità da parte sia dei mass media sia da parte dei cittadini/fan.

Ma questo moto di interesse e attenzione è sempre accompagnato da varie critiche che queste celebrità politiche possono portare all’interno del nostro sistema democratico.

La questione principale è il cambiamento del valore della parola “rappresentatività”, cioè che il PC mina il rapporto tra rappresentante (politico) e rappresentato (cittadino), emarginando le questioni sociali, economiche, politiche a favore di comparse, gesti e apparizioni superficiali.

La preoccupazione è che il banale, cioè lo spettacolo, superi la parte seria, cioè la politica. Postman (1987) già trent’anni fa scriveva che «la politica, come la religione, le notizie, lo sport e l’istruzione sono state tutte trasformate in mere attività di show business.»

Trasformando tutto in entertainment, si deve adattare tutto ai tempi e ai modi dello spettacolo, quindi è difficile affrontare i temi più spinosi in modo più approfondito. Le argomentazioni, i pensieri, le idee e tantomeno le ideologie sono i temi con cui gli elettori decidono se sosterranno un candidato piuttosto che un altro, ma è lo stile, la comunicazione, il modo di porsi e parlare, la capacità di sentirsi a proprio agio in luoghi non affini che portano il cittadino a votare per quella persona.

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