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A cura di Norberto Cristofori
WHAT’S UP IOWA?
Due settimane fa sono iniziate ufficialmente le affollate e infinite Primarie Democratiche. Il primo stato è come da consuetudine l’Iowa. Se non siete esperti di geografia americana si trova tra l’Illinois (Chicago) e il Nebraska, quindi nel centro nord degli Usa.
La capitale ha un nome che sembra arrivare dalla campagna francese, Des Moines e ha 200 mila abitanti.
Facendo una rapida radiografia con diversi dati si possono capire molte cose:
- È uno stato prettamente bianco
- Il 25% della popolazione ha tra i 15-35 anni
- Solo il 5% della popolazione non ha un’assicurazione sanitaria
- Tra il 2014 e il 2016 ha sofferto moltissimo la crisi, riprendendosi lentamente in questi ultimi due anni
- La povertà è comunque al 11%
Anche se i grafici fermano il tempo su certi temi molto importanti, le variabili di voto sono innumerevoli.
L’ultimo sondaggio dava in testa Biden al 21%, seguito da Sanders, Warren e Buttigieg che si attestavano tutti sul 16-17%. Il range era così basso che risultava impossibile dire con certezza chi avesse più possibilità di vincere.
Non ha aiutato neanche la modalità di voto, non essendo una semplice primaria con “X” sul candidato, ma un Caucus (una modalità che vi abbiamo spiegato già nel primo articolo).
Nel 2016 fu una battaglia con percentuali risicatissime. Hillary Clinton vinse con il 49,84% contro Bernie Sanders con il 49,59%.Nel 2008 invece fu l’incoronazione del giovane Obama che vinse con il 37,6% battendo Edwards (29,7%) e Hillary (29,4%).
Per questo l’Iowa risulta uno stato molto incerto e che alla vigilia del voto non dava maggior certezza a nessuno dei candidati democratici.
Quindi si può dire che le parole chiavi del Iowa sono da sempre: incertezza, suspence e trampolino di lancio.