- ROAD TO NOVEMBER: Kanye West Presidente? It’s an old story - July 29, 2020
- ROAD TO NOVEMBER: Baby Boomer vs Millennials - July 25, 2020
- [Analisi] L’Attivismo delle Celebrity: tra diritti e problemi di rappresentatività. - June 9, 2020
A cura di Norberto Cristofori
Non è l’inizio tranquillo che si aspettavano i Democratici con queste Primarie.
Il caos organizzativo dell’Iowa sembrava aver inclinato quasi inevitabilmente questo lungo viaggio.
I cinque giorni per ottenere i risultati, l’incertezza e la mala organizzazione della macchina dei democratici avevano creato malessere e imbarazzo nei candidati e nei militanti. In opposto Trump e il partito repubblicano hanno avuto vita troppo semplice per sbeffeggiare e ridicolizzare l’operato degli avversari.
Tralasciando però il caos, queste due prime votazioni (Iowa e New Hampshire) hanno dato dei primi segnali di quali candidati sono in ascesa e chi invece non riesce a ingranare.
I vincitori
Bernie Sanders e Pete Buttigieg sono ad oggi quelli che se la stanno cavando meglio. Se Sanders era dato come il favorito (per idee, capacità di attrazione, fondi e organizzazione), il Sindaco di South Bend invece è l’under dog di queste primarie.
Moderato e con un’ottima oratoria è riuscito ad attrarre il cosiddetto zoccolo più conservatore nei democratici. La cosa che forse ha stupito di più è l’ottima organizzazione del suo staff che sta lavorando egregiamente partendo da una situazione di quasi sconosciuto (a costo di eresie, un po’ come fece Obama nel lontano 2008).
La sorpresa
Chi non si aspettava potesse raggiungere degli ottimi risultati è Amy Klobuchar, altra candidata estremamente moderata, ma che è riuscita a ritagliarsi un posto sul podio in questo inizio.
Difficilmente riuscirà a ottenere la vittoria finale, ma potrà rivelarsi un’ottima sorpresa.
Le delusioni
Bè, i nomi sono due: Elizabeth Warren e Joe Biden.
Joe Biden partiva come il vincitore sicuro di queste primarie e da molti suoi discorsi sembrava già in campagna elettorale contro Trump. Peccato abbia dimenticato che prima bisognava vincere le primarie.
Il 15% in Iowa e l’8% in NH sono percentuali assolutamente incomprensibili solo qualche mese fa. Ma c’erano molti segnali premonitori su questi risultati. La poca brillantezza dei suoi discorsi, il non trattare o trattare poco i temi che stanno più a cuore alla base dem, qualche problema organizzativo della macchina elettorale che sembra un po’ vecchia e poco incisiva per questo decennio.
Certamente potrà riprendersi, ma oggi non è più considerato il super favorito.
La Warren invece era considerata la candidata più progressista con Bernie Sanders.
Ottimo curriculum condito con idee estremamente liberali l’avevano portata nei sondaggi a lottare tra i primi posti. Ma i giovani e molte donne hanno preferito chi quelle idee le porta avanti da molto tempo: Bernie Sanders.
Forse quella brutta scena tra loro due durante uno dei ultimi dibattiti prima dell’inizio delle primarie non l’ha sicuramente aiutata, rendendo la sua figura e la sua candidatura sempre più in ombra.
Chi ci lascia
Andrew Yang ha lasciato la corsa.
Ha ottenuto grandissimi risultati considerando che non era né un politico né una persona conosciuta. I suoi temi sono sembrati molto interessanti e, in certi casi, visionari. Il reddito universale per affrontare la disoccupazione che creeranno le macchine è stata forse l’idea più discussa, criticata e apprezzata della sua campagna.
Yang ha fatto sapere che non lascerà la politica, ma aspetterà a dire cosa intende fare.
I rumors dicono che possa candidarsi come prossimo sindaco di New York o entrare in una eventuale amministrazione democratica post Trump.
Cosa succede ora?
Il 22 Febbraio si voterà in Nevada, stato dove c’è una forte presenza ispanica e il 29 Febbraio si andrà in South Carolina, dove c’è invece una forte presenza afroamericana.
Saranno interessanti perché sono i primi stati dove l’elettorato democratico non è solamente bianco, quindi si vedrà se Sanders ad esempio è riuscito a recuperare terreno rispetto a quattro anni fa.
In SC è l’ultimo banco di prova per Joe Biden. Se fallirà anche questo appuntamento la sua corsa è praticamente finita.
Per il giovane Buttigieg è ormai tutta una sorpresa. Sarà lui alla fine l’anti Bernie?
Ultimi dati
Data for Progress – Nevada Caucus Poll
Sanders 35%
Warren 16%
Buttigieg 15%
Biden 14%