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by Norberto Cristofori
Il Sudamerica dopo anni di effettiva stabilità politica ed economica è esploso.
Ecuador, Perù, Cile, Argentina, Colombia e Bolivia sono in rivolta. I motivi sono vari, si parla di una sempre più elevata corruzione, ad una classe politica non all’altezza, all’aumento della povertà, crisi economica e brogli elettorali.
L’ultimo caso registrato è quello della Bolivia. Un Paese governato da 14 anni da Evo Morales, un ex sindacalista dei coltivatori di coca, che ha dovuto dimettersi dopo le accuse di brogli elettorali e fuggire in Messico.
In Ecuador il presidente Lenin Moreno ad inizio ottobre aveva deciso di eliminare i sussidi ai carburanti in accordo con il FMI. La capitale Quito è stata teatro di una violenta manifestazione che ha costretto il governo a fuggire, decretando il coprifuoco e lo stato d’emergenza.
In Perù la situazione che si vive è tra due fazioni: quella dell’ex presidente Fujimori, in carcere per corruzione, e il governo guidato da Martin Vizcarra, che ha sciolto il Congresso e indetto elezioni per il 26 Gennaio. Ad oggi la polizia e i militari controllano il centro di Lima dove si registrano continue proteste e manifestazioni.
Il Cile doveva essere il Paese più sicuro in Sudamerica. Ma l’aumento di 4 centesimi sulle tariffe della metro a Santiago ha innestato una protesta che si è diffusa in tutto il Paese. Il malcontento per la situazione economica sempre più difficile degli ultimi anni covava in buona parte della popolazione e la rabbia ha provocato saccheggi e violenze. Il presidente Sebastián Piñera per riprendere il controllo del Cile ha chiesto il supporto dei militari portando il Paese indietro ai tempi di Pinochet.
L’Argentina è tornata in mano ai peronisti con la vittoria netta all’elezioni di Alberto Fernandez. La crisi economica ha riportato il Paese ancora una volta al default. Il crollo del peso, l’inflazione dilagante, disoccupazione e povertà al 35% saranno i più grossi problemi che dovrà affrontare il nuovo governo in aggiunta ad un nuovo accordo con il FMI.
La Colombia vive ormai da anni un continuo conflitto interno. Le Farc sono ancora oggi un problema nel panorama politico del Paese, anche dopo l’accordo di pace nel 2016 del presidente Juan Manuel Santos. Le elezioni amministrative tenutesi il 27 ottobre hanno indebolito l’attuale governo conservatore, soprattutto per la vittoria della leader dei Verdi Claudia Lopez, nuova sindaca di Bogotà e probabile sfidante alle prossime elezioni presidenziali.
Il malcontento si è diffuso in tutto il Sudamerica come una febbre stagionale e difficilmente passerà presto.
- L’uso massivo dei militari oggi può riportare indietro alcuni Paesi in dittature militari?
- “l’American First” di Trump ha influenzato la situazione sudamericana?
- Il litio del Bolivia o il rame in Cile sono così fondamentali per molte multinazionali da causare scossoni politici di questo tipo?
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https://www.ilpost.it/2019/11/01/militari-america-latina-proteste/