L’Espansionismo Turco in Africa: il Caso della Somalia

L’Espansionismo Turco in Africa: il Caso della Somalia

Lorenzo Pierangelini
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Il coinvolgimento turco nel Corno d’Africa si intensifica nel 2020. Fonte: ISPI

La liberazione della cooperante italiana Silvia Romano, rapita in Kenya da terroristi di al-Shabaab nel Novembre 2018 e liberata in Somalia il 9 Maggio 2020, ha messo in risalto il ruolo della Turchia nel Corno d’Africa, i servizi segreti turchi sono infatti risultati fondamentali nella buona riuscita dell’operazione.

La Turchia anno dopo anno sta consolidando la sua influenza in Africa, il Paese più rappresentativo di questo processo è la Somalia.

La storia dell’avvicinamento tra Turchia e Somalia ha inizio nel 2011, anno che che vede la Somalia vittima di una terribile carestia; tra l’indifferenza generale la Turchia si fa avanti, Recep Tayyip Erdoğan visita nello stesso anno la capitale Mogadiscio, accompagnato da moglie e figlia, garantendo aiuti ed investimenti, che si concretizzeranno nella costruzione di strade, ospedali ed altre importanti infrastrutture.

E’ il primo e fondamentale passo di una collaborazione sempre più stretta, che prosegue con l’apertura nel 2016 dell’ambasciata turca a Mogadiscio, la più grande sede diplomatica turca in tutto il continente africano, e nel 2017, con l’inaugurazione sempre nella capitale somala di una base militare, dove i militari turchi addestrano i soldati somali impegnati nella lotta ai terroristi di al-Shabaab.

Misure ed investimenti, questi, che vanno inquadrati nelle politiche che Ankara sta portando avanti dall’insediamento del Partito della Giustizia e dello Sviluppo nel 2003, politiche dagli esperti definite “neo ottomane”, che si concretizzano in una azione esterna sempre più assertiva, volta ad aumentare le alleanze strategiche turche, specialmente nei territori, come la Somalia, che un tempo erano controllati dalla Sublime Porta.

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Inaugurazione della base militare turca in Somalia. Fonte: ANKASAM

Elemento cruciale in questo processo sono gli strumenti di soft power propri della Turchia, su tutti l’elemento della fede musulmana, utilizzata per instaurare ottime relazione con i Paesi a maggioranza islamica.

Quella della Somalia è stata una scelta molto precisa da parte della Turchia come partnership strategica: uno Stato fragile come quello somalo risulta facile da influenzare, grazie ai legami economici e religiosi, la sua posizione geografica strategica sul Golfo di Aden, inoltre, offre alla Turchia una postazione privilegiata in una zona densa di traffici marittimi, con l’obiettivo di contrastare i rivali dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti.

Nel Gennaio 2020 Erdoğan ha annunciato di aver accettato l’offerta somala riguardante la possibilità di esplorare risorse energetiche presenti nei territori della Somalia, decisione che mette in questo modo in luce la lungimiranza dell’operato del capo di stato turco in materia di politica estera.

  • Come affronterà la Turchia la presenza di altri importanti attori che investono grandi risorse in Africa, quali la Cina?
  • Ci saranno dei contrasti con le potenze del Golfo riguardo le risorse petrolifere?

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ISPI, Somalia and Beyond: Turkey in the Horn of Africa

REUTERS, Erdogan says Somalia has invited Turkey to explore for oil in its seas: NTV

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